In base alle modalità di formazione, le rocce sedimentarie vengono suddivise in generale in quattro grandi gruppi:
Tutte le rocce sedimentarie vengono classificate in base a 3 tipi fondamentali di parametri che rivestono particolare importanza a seconda del tipo di roccia che si va a classificare:
- granulometria
- tessitura e struttura
- composizione
Le rocce sedimentarie clastiche
Le rocce clastiche sono prodotte dalla disgregazione di rocce preesistenti (roccia madre). Per questo secondo il ciclo litologico vengono chiamate rocce di tipo secondario. La disgregazione avviene attraverso processi di tipo fisico, in cui gioca un ruolo fondamentale la gravità e fisico-chimici che sono determinati da grandezze fisiche come P, T, umidità e sono legati agli agenti atmosferici come vento, acqua e ghiaccio ed agli organismi viventi vegetali ed animali. Questa disgregazione produce i sedimenti che una volta depositati vanno a formare il terreno. I terreni sono formati quindi da rocce sciolte, ossia da clasti di rocce preesistenti non ancora diagenizzati. Il processo di diagenizzazione forma le rocce litificate. Le rocce litificate sono costituite da 3 componenti:
- scheletro (SCH)
- matrice (M)
- cemento (C)
Per la classificazione delle rocce clastiche, è di fondamentale importanza la granulometria (tab. 1), ossia la dimensione dei granuli, e la loro forma, spigolosa o arrotondata. In fig. 1 viene proposta una tabella basata sui rapporti tra i clasti e la matrice
Rispetto alla classificazione tradizionale che comprende nelle lutiti, sia rocce sciolte che litificate della granulometria <1/16 di mm, sono stati separati i termini a granulometria dei silt (1/16÷ 1/256 mm) da quelli a granulometria delle argille <1/256 mm, introducendo il nome di siltite. In questo modo è stato possibile non solo unificare la classificazione delle rocce terrigene sciolte con quella delle rocce terrigene coerenti o litificate, ma anche comprendere in questa classificazione anche le rocce carbonatiche o quarzose utilizzando semplicemente il prefisso (calci- o quarzo-) (es. calci-siltite, quarzo-siltite).
Secondo questa impostazione quindi il termine lutite diventa sinonimo di roccia sciolta o litificata con granuli delle dimensioni Ø < 1/256 mm (argille). Quando invece andremo a classificare le rocce sciolte in modo specifico possiamo utilizzare i termini classici (detrito, ciottoli, ghiaia, sabbia, silt o fango, oppure argilla) accompagnati a seconda dei casi dagli aggettivi caratterizzanti la composizione chimica dei clasti (es. calcarea/o, quarzoso/a). I termini intermedi si riferiscono al rapporto esistente tra la dimensione dei clasti e la matrice. Possiamo riassumere questa impostazione con i diagrammi ternari di fig. 1.
Ruditi
E’ il nome generico utilizzato per indicare rocce sciolte o litificate costituite da più del 50% dello scheletro costituito da granuli di dimensioni maggiori di 2 mm (Ø > 2 mm) . Le rocce caratteristiche appartenenti a questo gruppo sono i conglomerati, formati dalla litificazione di ammassi detritici di massi, blocchi, ciottoli, pietre, conglomerati, brecce.
Areniti
Nome generico utilizzato per indicare rocce sciolte o litificate costituite da più del 50% dello scheletro costituito da granuli di dimensioni comprese fra di 2 mm e 1/16 mm (2 ÷ 62,5 μm). Le rocce caratteristiche appartenenti a questo gruppo sono le arenarie formate dalla litificazione delle sabbie.
Siltiti
E’ il nome generico utilizzato per indicare rocce sciolte o litificate costituite da più del 50% dello scheletro costituito da granuli di dimensioni comprese fra 1/16 mm e 1/256 mm (62,5 μm ÷ 39μm ). Le rocce caratteristiche appartenenti a questo gruppo sono le silititi formate dalla litificazione di fanghi siltitici.
Lutiti (o Peliti)
E’ utilizzato per indicare genericamente rocce sciolte o litificate costituite da più del 50% dello scheletro costituito da granuli di dimensioni inferiori a 39 μm (Ø < 39 μm). Le rocce caratteristiche appartenenti a questo gruppo sono le argilliti dalla litificazione di argille.
R – RUDITE (rocce clastiche terrigene – conglomerati (brecce o puddinghe) – rocce clastiche carbonatiche/quarzose – calciruditi, doloareniti; rocce sciolte terrigene – ammasso detritico , ghiaia grossolana, detrito/pietrame, ghiaia/pietrisco, ghiaietta/brecciolino) – rocce sciolte carbonatiche/quarzose -dolomitico/a, -calcareo/a, -quarzoso/a)
- RL-RAL-RA-RAS-RSA – Rudite Lutitica – Rudite Arenitico-Lutitica – Rudite Arenitica – Rudite Arenitico-Siltitica – Rudite Siltitico-Arenitica
A – ARENITI (rocce clastiche terrigene – arenarie – rocce carbonatiche/quarzose – calcareniti, doloareniti – rocce sciolte terrigene – sabbia – rocce sciolte carbonatiche/quarzose – sabbia calcarea/dolomitica/ quarzosa
- AL-ARL-AR- ARS –ASR – Arenite Lutitica – Arenite Ruditico-Lutitica – Arenite Ruditica – Arenite ruditico-siltitica – Arenite siltitico-ruditica
S – SILTITI (rocce clastiche terrigene – siltite – rocce carbonatiche – calcisiltite, dolosiltite, quarzosiltite – rocce sciolte terrigene – fango (silt), rocce sciolte carbonatiche/quarzose – fango (silt) calcareo/dolomitico/quarzoso
L – LUTITI (o PELITI) (rocce clastiche terrigene – argillite (o argilla) – rocce carbonatiche – calcareniti, doloareniti – rocce sciolte – fango (o argilla argilla), fango calcareo/dolomitico/quarzoso)
Le rocce carbonatiche clastiche
Le rocce carbonatiche clastiche sono costituite da frammenti calcarei di varia natura:
- clasti calcarei (intraclasti)
- gusci calcarei organogeni (bioclasti)
- residui di origine organica (pellets)
- granuli rivestiti di forma sferica (ooidi)
che costituiscono lo scheletro (SC) immersi in una matrice (M), detta micrite sempre costituita sempre da clasti calcarei anch’essi di varia origine ma a granulometria più fine (Ø < 30 μm). Il cemento (C) invece è costituito principalmente da carbonato di calcio cristallino post-deposizionale (POSTDEP) detto sparite (con dimensioni dei cristalli Ø > 10 μm). Una classificazione delle rocce clastiche prevede che esse si classifichino per tessitura in base alla presenza percentuale di questi tre elementi, M, C, SC.
Se dal punto di vista granulometrico come già visto possiamo distinguere le rocce carbonatiche in:
- calcari (calcilutiti,calcisiltiti, calciruditi, calcareniti, )
- dolomie (dololutiti, dolosiltiti, doloruditi, doloareniti)
Dal punto di vista composizionale avremo la classificazione illustrata nel diagramma ternario di fig. 3:
- calcari
- calcari dolomitici (CaDo)
- calcari marnosi (CaM)
- dolomie
- dolomie calcaree (DoCa)
- dolomie marnose (DoM)
- marne (dolomitiche/calcaree)
- marne calcaree (MCa)
- marne dolomitiche (MDo)
Le arenarie (o areniti)
Le areniti possono essere classificate in base alla composizione nel modo seguente:
- quarzo-areniti, areniti feldspatiche, arcose, grovacche (fig. 4)
Le rocce carbonatiche biocostruite
Sono note anche come rocce carbonatiche massive e si originano per biocostruzione diretta a opera di organismi incrostanti come alghe, briozoi o anthozoi (es. coralli), spugne, ecc.
Questo tipo di rocce possono contenere anche granuli o matrice intrappolata all’interno delle cavità delle strutture biocostruite o coinvolte direttamente nei processi di incrostazione.
Facendo una sintesi fra le varie classificazioni (fig. 5) possiamo distinguere fra:
- strutture massive alloctone (i componenti originari non sono legati insieme nella biocostruzione)
- floatstone (>10% di granuli biocostruiti con Ø > 2mm) rocce fango-sostenute
- rudstones (>50% di granuli biocostruiti con Ø > 2mm) rocce grano-sostenute (presenza di matrice interstiziale)
- strutture massive autoctone (componenti originari cementati insieme durante la deposizione)
- platestone (struttura a lenti)
- sheetstone (struttura a fogli)
- domestone (struttura a domi)
- pillarstone (struttura colonnare)
- buffelstone (struttura a diaframmi) (termine che è consigliabile abbandonare)
- bindstone (struttura incrostante)
- framestone (struttura a scheletro rigido)
Bindstone
E’ una roccia autoctona dominata dal carbonato di calcio in cui i componenti originari della matrice di supporto erano legati organicamente mediante stabilizzazione del sedimento al momento della deposizione.
Framestone
E’ una roccia autoctona dominata dal carbonato di calcio sostenuta da una rigida struttura organica sviluppata al momento della deposizione.
Rocce miste
Fanno parte di questo gruppo di rocce clastiche, oltre alle marne, anche le seguenti tipologie di rocce*:
ROCCE CLASTICHE MISTE A MATRICE MARNOSA
- rocce a matrice (M) marnosa e clasti calcarei
- MARNE DOLO/CALCARENITICHE oppure DOLO/CALCIRUDITICHE
- DOLO/CALCARENITI oppure DOLO/CALCIRUDITI MARNOSE
- rocce a matrice (M) marnosa e clasti terrigeni
- MARNE ARENACEE/CONGLOMERATICHE
- ARENITI/CONGLOMERATI MARNOSI
- rocce a matrice marnosa e clasti terrigeni e calcarei
- MARNE ARENACEE/CONGLOMERATICHE ⇔ CALCARENACEE/CALCIRUDITICHE
- ARENITI/CONGLOMERATI MARNOSE ⇔ CALCARENITICHE/CALCIRUDITICHE MARNOSA
- rocce a matrice (M) marnosa e scheletro a clasti silico-calcarei
- MARNE A CLASTI CALCARENITICI/CALCIRUDITICI SILICEI
- CALCARENITI/CALCIRUDITI SILICEE MARNOSE
- rocce a prevalenza marnosa con SCH < 1%
- marne argillose
- marne calcaree
- marne silicee
ROCCE CLASTICHE MISTE A MATRICE CALCAREA/DOLOMITICA
- rocce a matrice (M) calcarea e scheletro (SCH) a clasti terrigeni
- CALCARI ARENACEI/CONGLOMERATICI
- ARENITI/CONGLOMERATI CALCAREI
- rocce a matrice (M) calcarea ed scheletro (SCH) a clasti marnosi
- CALCARI (CALCI-LUTITI/SILTITI) A CLASTI MARNOSI
- (MARN-ARENITI/MARN-CONGLOMERATI CALCIRUDITICI/CALCARENITICI)*
- rocce a matrice (M) calcarea e scheletro (SCH) a clasti terrigeni e marnosi
- CALCARI (CALCI-LUTITII/SILTITI) A CLASTI ARENACEI/CONGLOMERATICI ⇔ A CLASTI MARNOSI
- ARENITI/CONGLOMERATI CALCAREI ⇔ (MARNARENITI/MARN-CONGLOMERATI CALCAREI)
- rocce a matrice (M) calcarea e scheletro (SCH) a clasti silico-calcarei
- CALCI-LUTITI/SILTITI A CLASTI CALCARENITICI/CALCIRUDITICI SILICEI
- CALCARENITI/CALCIRUDITI SILICEE CALCI-LUTITICHE/SILTICHE
- rocce matrice calcarea prevalente con S < 1%
- calcare marnoso (calcilutiti/calcisiltiti marnose)
- calcare argilloso (calcilutiti/calcisiltiti argillose)
- calcare siliceo (calcilutiti/calcisiltiti silicee)
ROCCE CLASTICHE MISTE A MATRICE TERRIGENA
- rocce a matrice (M) terrigena e scheletro (SCH) a clasti marnosi
- PELITI A CLASTI MARNOSI
- (MARN-ARENITI/MARN-CONGLOMERATI ARGILLOSI)
- rocce a matrice (M) terrigena e scheletro (SCH) a clasti calcarei
- PELITI A CLASTI CALCAREI
- CALCARENITI/CALCIRUDITI ARGILLOSE
- rocce a matrice (M) terrigena e scheletro (SCH) a clasti calcarei e marnosi
- PELITI CALCARENACEE/CALCIRUDITICHE ⇔ (MARN-ARENACEE/MARN-CONGLOMERATICHE)
- ARENITI/CONGLOMERATI ⇔ CALCARENITICI/CALCIRUDITICI ARGILLOSE
- rocce a matrice (M) terrigena e scheletro (SCH) a clasti silico-calcarei
- (PELITI CALCARENITICHE/CALCIRUDITICHE SILICEE)
- (CALCARENITI/CALCIRUDITI SILICEE PELITICHE)
- rocce a matrice terrigena prevalente con SCH < 1%
- argillite calcarea
- argillite marnosa
- argillite silicea
ROCCE CLASTICHE MISTE A MATRICE MISTA
- rocce a matrice (M) silico-calcarea e scheletro (SCH) a clasti calcarei
- CALCI-LUTITI/SILTITI SILICEE DOLO/CALCARENACEE/CALCIRUDITICHE
- DOLO/CALCARENITI/DOLO/CALCIRUDITI SILICO-CALCI-LUTITICHE/SILTITICHE
- rocce a matrice (M) silico-calcarea e scheletro (SCH) a clasti terrigeni
- CALCI-LUTITI/SILTITI SILICEE ARENACEE/RUDITICHE
- ARENITI/CONGLOMERATI SILICO CALCI-LUTITICHE/SILTITICHE
- rocce a matrice (M) silico-calcarea e scheletro (SCH) a clasti marnosi
- (CALCI-LUTITI/SILTITI SILICEE MARNARENACEA/MARN-RUDITICA)
- (MARNARENITI/MARN-RUDITI SILICO-CALCI-LUTITICHE/SILTITICHE)
- rocce a matrice (M) silico-calcarea e scheletro (SCH) a clasti terrigeni e calcarei
- CALCI/SILTITI SILICEE ARENACEE/CONGLOMERATICHE ⇔ CALCARENACEE/CALCIRUDITICHE
- ARENITI/CONGLOMERATI CALCI-LUTITICA/SILTITICA SELCIFERA ⇔ CALCARENITE/CALCIRUDITE CALCI-LUTITICA/SILTITICA SELCIFERA
- rocce a matrice (M) silico-calcarea e scheletro (SCH) a clasti calcarei e marnosi
- CALCILUTITI/CALCISILTITI SILICEE CALCARENACEE/CALCIRUDITICHE ⇔ (MARN-ARENACEE/MARN-CONGLOMERATICHE CALCARENITICHE/CALCIRUDITICHE) ⇔ (MARN-ARENARIA/MARN-CONGLOMERATI SILICO-CALCILUTITICHE/CALCISILTITICHE)
- rocce a matrice (M) silico-calcarea e scheletro (SCH) a clasti terrigeni e marnosi
- CALCILUTITI/CALCISILTITI SILICEE ARENACEE/CALCIRUDITICHE ⇔ (MARN-ARENACEE/MARN-CONGLOMERATICHE)
- ARENITI/CONGLOMERATI ⇔ (MARN-ARENITI/MARN-RUDITI SILICO-CALCILUTITICHE/CALCISILTITICHE)
*fra parentesi tipologie di rocce solo teoriche non presenti in letteratura o definite con nomi più descrittivi
** sezione in costruzione **
Rocce piroclastiche
Derivano dal deposito per caduta di materiali eruttati durante l’attività dei vulcani anche nelle fasi più tardive, che danno origine a rocce piroclastiche chiamate tufi, oppure dal deposito di flussi di piroclasti che danno origine alle ignimbriti o ai surge . Gli elementi di queste rocce possono essere:
- prodotti lavici di neoformazione (brandelli di lava, scorie)
- frammenti di prodotti lavici già consolidati
- frammenti di rocce (ma anche di minerali) sedimentarie, metamorfiche o ignee.
Come per le rocce clastiche, la classificazione delle piroclastiti viene fatta in base alle dimensioni degli elementi (bombe e blocchi, lapilli, ceneri, corrispondenti per taglia rispettivamente a ruditi, areniti e lutiti nelle rocce clastiche), ed alle modalità di formazione che deriva dalla natura del magma.
Classificazione delle rocce piroclastiche
Depositi vulcanoclastici
Questi depositi sono costituiti da lave frantumate oppure brandelli di lava o scorie e possono contenere anche bombe, lapilli, cenere e percentuali di rocce epiclastiche.
Depositi di caduta
La forza esplosiva porta in alto i prodotti piroclastici formando una colonna con ρ superiore a quella dell’aria che avrà nelle parti più alte una minore velocità di risalita ed una minore T e ρ a causa del mescolamento con l’aria circostante. In un certo punto della colonna la velocità di risalita diventa molto piccola. Quindi la colonna si allarga diffondendo nell’atmosfera e diventa una nube convettiva nella quale un ulteriore riduzione di ρ consente la caduta della parte solida trascinata. Si generano in questo modo depositi di caduta che formano un tipo di roccia piroclastica detta genericamente tufo.
Depositi freatomagmatici
Quando il magma ad HT riscalda falde freatiche superficiali volatilizzandole si possono verificare esplosioni di vapore, gas (CO2 , H2S, CH4), cenere, roccia o bombe vulcaniche.
La T dei frammenti può variare da fredda a incandescente. Se è presente anche del materiale fuso, allora siamo in presenza di esplosioni freato-magmatiche. A volte queste eruzioni creano ampi crateri, detti maar. Le eruzioni freatiche sono classificate come eruzioni vulcaniche perché un’eruzione freatica potrebbe portare materiale juvenile in superficie.
Depositi di flusso
Nelle fasi successive ad una eruzione di tipo pliniano, per diminuzione dell’esplosività o per un allargamento del condotto dovuto anche ad una parziale sua distruzione si assiste al collasso della colonna eruttiva con flusso della nube sul piano orizzontale e con diffusione radiale rispetto al centro eruttivo. Un flusso piroclastico mescolato con gas ad HT comincia a scorrere verso valle. Quando il materiale si raffredda genera una roccia simile al tufo detta ignimbrite dove i prodotti piroclastici sono fortemente saldati da vetro vulcanico. Le colate piroclastiche sono prive di stratificazione e tendono a riempire le depressioni, pareggiando i dislivelli del terreno.
Depositi di surge (o di base surge)
Si formano a seguito di esplosioni idromagmatiche, quando acque sotterranee entrano nel camino vulcanico vaporizzandosi per cui la pressione di vapore provoca la distruzione dell’edificio vulcanico. L’esplosione distribuisce gas e piroclasti in mondo radiale, per cerchi concentrici sub-orizzontali, lungo il pendio del vulcano colmando le depressioni. I depositi piroclastici sono ben stratificati, a stratificazione incrociata, e ricoprono uniformemente il rilievo, ma il loro spessore è maggiore nelle depressioni.
Rocce organogene
Sono rocce formate da sedimenti derivanti da resti di organismi viventi, animali o vegetali. In base alla modalità di come vengono formati questi resti, possiamo distinguere fra:
- rocce clastiche organogene
- rocce organogene non clastiche
- rocce biocostruite
- rocce organogene biochimiche
Rocce clastiche organogene
Questo tipo di rocce sedimentarie possono contenere clasti o resti di stromatoliti, spicole di spugne, gusci di foraminiferi pelagici, radiolari, diatomee, molluschi (brachiopodi, lamellibranchi, gasteropodi, ecc…), coralli, scheletri di verterbati o resti vegetali.
In base alla natura chimica dei gusci possiamo distinguere fra rocce organogene
- carbonatiche
- silicee
- fosfatiche
Rocce clastiche organogene carbonatiche
Comprendono quei calcari costituiti generalmente da uno scheletro di clasti di gusci calcarei di organismi riconoscibili, un “cemento” di ricristallizzazione di calcite (sparite) ed una matrice costituita da fango calcareo (micrite). Per la classificazione di queste rocce si rimanda alla fig. 2
Rocce organogene clastiche silicee
Derivano da resti di organismi marini che utilizzano la silice per la costruzione dei loro gusci o scheletri. Le più importanti sono:
- spongoliti
- diatomiti
- radiolariti
Rocce organogene fosfatiche
Derivano dall’accumulo di ossa di vertebrati o di di uccelli marini, detto guano. Contengono fosfato di calcio (Ca3(PO)2)
Rocce organogene non clastiche
Comprendono quei calcari che possono formarsi principalmente ad opera del fitoplancton. Questi organismi fotosintetici sono in grado di prelevare la CO2 disciolta nell’acqua facendo precipitare il carbonato di calcio, il quale viene poi trattenuto ed accumulato dagli stessi cianobatteri e batteri, che formano delle strutture carbonatiche a strati chiamate stromatoliti.
Rocce biocostruite
Come abbiamo già visto, sono rocce formate da organismi costruttori che durante la loro vita producono vere e proprie strutture. Questo tipo di organismi sono ad esempio i coralli e le alghe calcaree che popolano le scogliere coralline dei mari tropicali. I polipi dei coralli, anche grazie all’enzima anidrasi carbonica, che accelera la conversione della CO2 prodotta attraverso la respirazione in acido carbonico H2CO3, il quale spontaneamente si scinde poi nello ione carbonato e bicarbonato, secernono proteine fibrose associate a carbonato di calcio creando le costruzioni coralline.
Rocce sedimentarie chimiche o residuali
Rocce chimiche
Sono formate dalla deposizione per semplice evaporazione (evaporiti) o sublimazione (sublimati) o per precipitazione chimica di sali o altri composti chimici disciolti (dolomie, concrezioni, travertini, alabastri calcarei, silicei, gessosi selce) e contenuti nelle acque marine, nelle acque soterranee o di scorrimento superficiale o nei fludi idrotermali.
Evaporiti
Si formano per evaporazione di bacini marini o lacustri. Per l’evaporazione sono necessari ambienti aridi e bacini scarsamente alimentati. La formazione avviene via via che la soluzione salina, aumentando in concentrazione anche localmente per effetto dell’evaporazione, arriva al punto critico di sovra-saturazione. Si formano così minerali tipici come calcite, gesso, anidrite, ecc (approfondimento …).
Sublimati
I gas risalenti dalle fratture o dai condotti degli edifici vulcanici, in prossimità della superficie per effetto della variazione di T, sublimano dando origine ad associazioni mineralogiche caratteristiche di questi ambienti.
Rocce chimiche di precipitazione
Travertini, alabastri calcarei
In ambiente continentale, da acque sorgive o fluviali sovrasature in Ca(HCO3)2, possono formarsi calcari, per variazioni di T e P dell’acqua o per forte agitazione meccanica. Appartengono a questa modalità di formazione:
- travertini idrotermali e di cascata
- alabastri calcarei, gessosi, silicei
- concrezioni (es. stalattiti e stalagmiti)
Rocce silicee
Anche alcune rocce silicee possono derivare direttamente da precipitazione chimica, sul fondo del mare, di SiO2 in sovrabbondanza, come ad esempio il diaspro. Altre rocce di questo gruppo derivano invece da deposizione di silice all’aria libera in corrispondenza di sorgenti termali di origine vulcanica (geyserite, opale). Infine, la silice che circola nel sottosuolo in soluzioni acquose può sostituire, molecola per molecola, le parti di organismi biologici, conservandone tutte le strutture, come ad esempio il legno di alberi sepolti, dando così origine alle foreste pietrificate e ai legni silicizzati.
Rocce gessose, alabastri gessosi
***sezione in costruzione***
Rocce residuali
Derivano dall’accumulo in situ, cioè senza trasporto, dei materiali che restano dopo l’alterazione di una roccia affiorante e il dilavamento delle sostanze solubili che si formano nel caso di tale alterazione.
Uno dei meccanismi su cui si basa l’alterazione chimica delle rocce è l’idrolisi dei silicati. I silicati più frequentemente sottoposti a tale erosione sono i feldspati sodici e potassici, presenti nelle rocce magmatiche acide come i graniti. L’acqua piovana resa acida dalla presenza di acido carbonico reagisce con il feldspato dando luogo a un carbonato solubile, alla caolinite, silicato di alluminio idrato, e alla silice.
Se il clima è caldo umido anche la silice è trasportata via dall’acqua piovana in soluzione insieme a Mg, Ca, Na, K. Si formano così coltri anche potenti di idrossidi ricchi di Al e di Fe, quindi rossastri, chiamate lateriti, sfruttate come minerale di ferro.
Se l’alterazione si spinge oltre, anche il ferro può passare in soluzione e la roccia residuale è formata allora solo da un accumulo di idrossidi di alluminio, di colore biancastro: si arriva in tal modo alle bauxiti, sfruttate per l’estrazione dell’alluminio.
Quando questo processo interessa i silicati più complessi come olivine, anfiboli e pirosseni, presenti ad esempio nei basalti, si ottiene l’ossido ferrico idrato, cioè la limonite.
Rocce biochimiche
Si tratta di sostanze organiche che nel corso della diagenesi vengono trasformate in particolari rocce come carbone e petrolio (particolarissimo tipo roccia formata da molti composti liquidi, tanto che viene detta anche roccia liquida).
Comprendono carboni e idrocarburi. I carboni sono il risultato della trasformazione di resti vegetali in ambienti privi di ossigeno e sottoposti a pressioni e temperature particolari. In assenza di ossigeno vivono i batteri anaerobi, i quali si nutrono dei residui vegetali in decomposizione, privandoli sempre più di acqua e lasciando via via sempre più carbonio. Gli idrocarburi invece derivano dall’azione di decomposizione di resti sia animali che vegetali operata da batteri presenti nei sedimenti argillosi impermeabili.
I carboni
I carboni più noti sono la torba, la lignite, la litantrace e l’antracite (approfondimento …)
Gli idrocarburi
Il petrolio è l’idrocarburo più conosciuto (approfondimento …)
***sezione in costruzione***
Fonti
Libri
Bosellini, Mutti, Ricci-Lucchi, Rocce e successioni sedimentarie (1989)
D’Amico, Innocenti, Sassi, Magmatismo e metamorfismo (1987)
Link
https://www.gmpe.it
*** sezione in costruzione ***