Un nuovo fenomeno geosismico è stato scoperto per caso, quando il gruppo di ricerca della Florida State University, coordinato dal sismologo Wnyuan Fan, studiando quelle che sono note come onde sismiche a bassa frequenza è riuscito a isolare invece, dal rumore di fondo, una raffica di movimenti ondulatori, che sono l’origine degli stormquake.
Tempeste marine di fortissima intensità sarebbero in grado di generare terremoti. Queste tempeste “caricherebbero” di energia le superfici di faglia dando origine a terrremoti di piccola intensità.
Perché gli stormquake si generino non solo occorre molta energia, ma anche che sia interessata dal fenomeno un’area dalla giusta conformazione geologica.
Queste scosse infatti sembrano comparire vicino alle coste oceaniche, in regioni dove la piattaforma continentale è molto ampia. Questa conformazione dà il tempo alle onde di questi terremoti-tempesta di svilupparsi. La pressione delle onde si trasferisce al suolo creando improvvise oscillazioni, come “un martello che si abbatte nel mezzo dell’oceano”.
L’uragano Bill (2009), ad esempio, durante il suo passaggio sui Georges Bank, una vasta area sopraelevata del fondale marino al largo del New England, negli USA, ha scatenato alcuni stormquake.
Questi eventi sismici però sono soltanto dei tremori che scuotono la superficie ad una frequenza molto bassa con un’intensità che è possibile registrare solo con delle strumentazioni adatte.
Il gruppo di Fan ha scoperto oltre 14.000 terremoti-tempesta tra il 2006-2015, analizzando vari dati; in particolare quelli messi a disposizione dell’Earthscope’s USArray, che può contare su una rete di centinaia di sismometri dislocati in tutti gli Stati Uniti.
Fonte: http://www.nationalgeographic.it/