Gli hot-spot (o punti caldi) (HOT-S) sono regioni vulcaniche, relativamente stabili,  alimentate da materiale proveniente direttamente dal mantello  e pertanto non collegate al movimento delle placche tettoniche o ai margini di placca. I punti caldi non sono altro che risalita di materiale magmatico dal mantello attraverso vie preferenziali (condotti) particolari che danno vita ad attività vulcanica di intraplacca sia in zone oceaniche che continentali. Differenze di T anche solo di un centinaio di gradi tra centro del “pennacchio” e mantello circostante permettono la risalita mantenendone l’integrità. La pressione con cui questo materiale risale provoca l’inarcamento e la formazione di fratture attraverso la crosta e successivamente “costruisce” apparati vulcanici di grande estensione. Se gli HOT-S attraversano uno spessore relativamente sottile di crosta, come può essere quella oceanica, i magmi che alimentano questo vulcanismo risultano particolarmente fluidi e poco  “contaminati” dal materiale crostale (vedi Hot Spot Hawaii). Viceversa se questi attraversano materiale crostale continentale attraversano uno spessore maggiore e vengono contaminati dando origine ad un vulcanismo più esplosivo, con colate piroclastiche e con lave più acide e viscose (vedi Hot-Spot Yellowstone). Essendo il vulcanismo degli hot-spot un fenomeno scollegato dai movimenti crostali, si ha l’effetto dell’apparente traslazione del punto caldo. La crosta si muove sul punto caldo che rimane fisso, mentre lungo la linea del movimento della placca si formano una serie di vulcani.

E’ possibile dividere gli HOT-S in:

  • HOT- SP (primari)  –  provenienti dal profondo del mantello (probabilmente originati dal confine nucleo/mantello) che creano grandi province vulcaniche con tracce lineari:
    • Isola di Pasqua
    • Islanda
    • Hawaii
    • Afar
    • Louisville
    • Reunion
    • Tristan
    • Galapagos
    • Kerguelen
    • Marquersas
  • HOT- SS (secondari) – derivati ​​da pennacchi del mantello (provenienti dal confine superiore/inferiore del mantello) che non formano grandi province vulcaniche ma catene di isole;
    • Samoa
    • Tahiti
    • Cook
    • Pitcairn
    • Caroline
    • MacDonald
  • HOT-SD (hot spot superficiali)– sono il risultato della risalita di materiale dal mantello superiore in aree di rottura litosferica.

Hot spot primari

Hot-SP – Isola di Pasqua

Il punto caldo dell’Isola di Pasqua, con i suoi numerosi vulcani, Ranu Kau (324 m, ultima  eruzione 150.000 ÷ 210.000 a) e Puna Pau, nella parte meridionale, Poike (370 m) a Est ed in quella centrale Terevaka (507,41 m, ultima eruzione ∼ 110.000 a) e Rano Raraku, è situato nella parte meridionale dell”Oceano Pacifico Polinesiano.

Il passaggio della placca Nazca sopra l’Hot-SP – Isola di Pasqua ha dato origine ad una  catena montuosa formata da almeno una dozzina di vulcani che per lo più sono rimasti sottomarini chiamata Sala y Gomèz. Di questa catena montuosa fanno parte oltre a Rapa Nui (nome indigeno dell’Isola di Pasqua, Cile) e le sue isole minori di Motu Nui e Motu Iti, il al vulcano sottomarino Pukao (hd* = 2500 m) la cui parte emersa è l’isola vulcanica di Sala y Gómez (punto più alto 26 m s.l.m.) anche Moai e Pukao  (vedi approfondimento Moai e Pukao). L’isola di Pasqua, che rappresenta la sommità di un più grande cono vulcanico (hd* = 2000 m) è posta rappresenta il membro finale del punto caldo e presenta una ridotta attività eruttiva, zone di rift sparse e scarsi collassi laterali.

L’Isola di Pasqua, Pukao e Moai si formarono circa 750.000 anni fa e sono le più giovani di questa catena montuosa marina, mentre l’eruzione più recente risale a poco più di 100.000 anni fa.

Il vulcano di Rano Kau nel corso del XX secolo ha presentato manifestazioni vulcaniche tardive.

(continua approfondimento – L’Isola di Pasqua)

Hot spot secondari

Hot-SS –  Samoa

***SEZIONE IN COSTRUZIONE***

 


* hd (altezza misurata dal fondale oceanico)

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