Alcuni ricercatori del Desert Research Institute di Reno, guidati dal Dott. Joe McConnell, hanno scoperto uno strato ben conservato di tefra (resti di cenere vulcanica) in una delle carote artiche analizzate, risalente più o meno al I a.C. Lo studio, pubblicato nel Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS) , confrontando l’impronta chimica dei tefra, ha collegato la fonte del fallout di queste ceneri con le manifestazioni vulcaniche eruttive del vulcano Okmok situato nell‘Isola di Umnak (Isole Fox, Arcipelago delle Aleutine, Alaska, USA) avvenute nello stesso arco temporale e con una anomalia climatica caratterizzata da un periodo insolitamente freddo verificatosi a partire dall’anno 43 a.C.
Le eruzioni del vulcano Okmok
Il vulcano Okmok ebbe due forti eruzioni nel 45. a.C. e nel 43 a.C. che provocarono numerose anomalie climatiche in tutto l’emisfero settentrionale ricordate in particolare nell’impero romano e in quello cinese.
La seconda eruzione del vulcano Okmok (Okmok – II), in particolare, potrebbe essere stata una delle più grandi eruzioni avvenute negli ultimi 2500 anni e potrebbe aver avuto un’influenza globale sul clima di tutto l’emisfero settentrionale del pianeta ed indirettamente anche su quello meridionale.
Conseguenze climatiche
Tali cambiamenti climatici ebbero conseguenze sui raccolti, causando problemi di approvvigionamento alimentare con conseguenti carestie che interessarono non solo Roma e le sue aree di influenza, come l’Egitto ed alcune popolazioni del Mediterraneo, ma coinvolsero anche le popolazioni di Cina e America del Nord.